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Giovedì, 03 Agosto 2023 14:07

Madre Antonia alla GMG

Anche Madre Antonia è alla GMG, insieme ad alcune sorelle che vi partecipano accompagnando i giovani. Con loro, anche noi e tutta la Famgilia Verniana! 

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Venerdì, 23 Settembre 2022 06:32

Dire sì al sì

Dire sì al Sì: questo è il senso della risposta alla chiamata del Signore… Non solo alla chiamata alla vita religiosa, come per Anna, Pietra, suor Janeth e suor Irene, ma ad ogni chiamata, prima di tutto alla chiamata della Vita!

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Venerdì, 28 Gennaio 2022 14:44

Per sempre!

Il giorno 8 dicembre 2021, nella Parrocchia di San Giovanni Bosco, a Miyuji, sede della Provincia San Michele Arcangelo, nove sorelle hanno fatto la Professione Perpetua nella Famiglia di Madre Antonia, nelle mani della Superiora Provinciale suor Jenipher Muga: suor Aldegunda Mshanga, suor Alfreda Komba, suor Anstasia Aloyce, suor Anastazia Paulo, suor Demetria Karoli, suor Dorkas Okite, suor Esther Mollel, suor Janeth Omundo e suor Quinteer Omwanda.

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Mercoledì, 12 Gennaio 2022 20:22

Happy new year!

Pe’ mmare nun ce stanne taverne, recita un antico proverbio napoletano: “in mare non ci sono taverne”, non ci sono punti in cui sostare e riposarsi.
Il mare è quello della vita, un mare più o meno sconfinato e spesso periglioso; un mare in cui non si può fare altro che remare, anche con i venti contrari
e le onde avverse. Non ci si può fermare, per non rischiare il naufragio. 

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Martedì, 15 Settembre 2020 07:04

Donna della Settimana: l'Addolorata

15 Settembre, l’Addolorata. Stabat mater dolorosa…
Alle madri di Beirut, di Benghazi, di Damasco e di Gerusalemme; alle madri di tutto il Medio Oriente ferito. Alle madri che attraversano i mari con i figli in braccio; a quelle che in quegli stessi mari muoiono. Alle madri dei campi profughi di tutto il mondo. A quelle che in quei campi non riescono neppure ad arrivare. Alle madri crocifisse con i loro figli dalla povertà, negli slums e nelle megalopoli della terra. Alle madri dei desaparecidos di ieri e di oggi. Alle madri delle vittime del terrorismo, del razzismo, dell’integralismo e di tutti gli ISMI che albergano nel cuore degli uomini. Alle madri che passano le notti in ospedale, a quelle che hanno i figli in una comunità di recupero. Alle madri con i figli in carcere.
Alle donne che piangono. Alle donne che stanno, che resistono ai piedi delle croci di questo mondo.
Maria, madre di tutte le madri che piangono, prega per noi.

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Da una antica omelia di san Giovanni Damasceno: 

« O figlia tutta santa di Gioacchino e di Anna, che apparisti nelle braccia di tua madre, alimentata dal latte materno! Figlia amata di Dio, onore dei tuoi genitori, generazioni di generazioni ti proclamano beata, come tu stessa affermasti con verità!
O figlia degna di Dio, bellezza della natura umana, riabilitazione di Eva, la nostra prima madre! Grazie alla tua nascita, colei che cadde fu redenta.
O figlia della razza terrena, che porti nelle tue braccia divinamente materne il Creatore! I secoli rivaleggiavano tra di loro per sapere chi avrebbe avuto l'onore di vederti nascere, ma il disegno fissato in anticipo da Dio, «che fece i secoli» pose fine a questa rivalità, e gli ultimi divennero i primi, essi a cui fu attribuita la felicità della tua Natività.
In verità, tu sei più preziosa di tutto il creato, perché soltanto da te il Creatore ricevette in condivisione le primizie della nostra materia umana. La Sua Carne fu fatta dalla tua carne, il Suo Sangue dal tuo sangue; Dio Si nutrì del tuo latte, e le tue labbra toccarono le labbra di Dio. O meraviglie incomprensibili e ineffabili! Nella prescienza della tua dignità, il Dio dell'universo ti amò; perché ti amò, ti predestinò, e negli «ultimi tempi» ti chiamò all'esistenza, e ti fece Madre per generare un Dio e alimentare il Suo proprio Figlio e Verbo.
O divino e vivente capolavoro, in cui Dio Creatore si rallegrò, giacché non è neanche per te che tu nascesti! Avrai prima la tua vita per Dio, ed è per causa Sua che venisti in vita, per causa di Chi servirai alla salvezza universale, affinché l'antico disegno di Dio, l'Incarnazione del Verbo e la nostra divinizzazione si compia tramite te.
Maria, figlia dolcissima di Anna. Come descrivere il tuo camminare pieno di serietà, i tuoi abiti, la grazia del tuo viso, la maturità del discernimento in un corpo giovanile? Il tuo modo di essere era modesto, lontano da qualsiasi lusso e da qualsiasi indolenza; il tuo camminare era grave, senza fretta, senza pigrizia; il tuo carattere era serio, temprato dal giubilo, da una perfetta riserva riguardo agli uomini - testimonianza di ciò è l'inquietudine che ti assalì quando l'angelo ti fece la proposta. Docile e ubbidiente ai tuoi genitori, avevi umili sentimenti nelle più alte contemplazioni, parola amabile, proveniente da un'anima pacifica. In sintesi: che altra degna dimora se non tu per Dio? Con ragione tutte le generazioni ti proclamano beata, o gloria insigne dell'umanità! Tu sei l'onore del sacerdozio, la speranza dei cristiani, la pianta feconda della verginità, perché è attraverso di te che la fama della verginità si estese ai confini del mondo.
. O figlia di Gioacchino e di Anna, o Sovrana, tu sei l'unica speranza e gioia, la protettrice della vita e, insieme a tuo Figlio, la riconciliatrice e solida garanzia di salvezza».

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Da due anni a questa parte, il primo lunedì dopo la Pentecoste la Chiesa celebra la memoria liturgica di Maria Madre della Chiesa. È bello questo tratto materno quando si torna al tempo ordinario, alla dimensione feriale dell’esistenza. Le feste pasquali sono ufficialmente terminate ieri; Gesù è asceso al cielo e la Chiesa ha ricevuto lo Spirito. E adesso? E adesso inizia la vita “vera”, quella fatta di piccoli gesti, di parole semplici, di lavoro, di fatica, di gioie ordinarie. Insomma, inizia la vita normale, quella vita di cui sono esperte le madri. Solo una madre, infatti, sa raccogliere e fare tesoro della vita che scorre, con le sue minuscole vittorie e brevi sconfitte. Perché una madre sa occuparsi senza scomporsi e senza andare in panico dell’ordinario, mettendo insieme lavoro, casa, figli, spesa, turni vari… e ritagliandosi anche del tempo per una visita, per un libro, per coltivare un hobby o per comprare un fiore. E solo una madre sa dare importanza all’una e all’altra persona o all’una e all’altra attività come se fosse l’unica davvero essenziale in quel momento.
Così è stato anche di Maria dopo la Pentecoste.
Gli Apostoli hanno iniziato a fare le valigie e lei lì pronta a controllare che il mantello di Filippo fosse rammendato ed i sandali di Pietro in ordine; a raccomandare a Tommaso di non essere troppo impulsivo e a consigliare a Simone la via migliore per raggiungere l’Egitto, dove lei aveva vissuto tre anni con Giuseppe ed il piccolo Gesù. Sì, è vero che lo Spirito Santo incendia il cuore e spinge a grandi orizzonti, però poi ci vuole una madre che ti aiuti a calare nella vita quotidiana il fuoco della missione, affinché esso non si spenga ma continui ad ardere, come fuoco tranquillo che dona vita e calore. Ecco Maria, ecco la Madre della Chiesa, che rimane con i discepoli per sempre.
La tradizione racconta che la Vergine Madre ha seguito Giovanni fino ad Efeso, e che lì ha vissuto, nel luogo che ancora oggi porta il suo nome: Meryem Ana, la casa della Madre Maria. Una casa -ancora oggi- accoglie il visitatore in un clima di silenzio e di tranquillità, raccontando -a chi le voglia ascoltare- storie di vita ordinaria.
Lontana dal grande anfiteatro di Efeso dove Paolo predicò, dal tempio di Artemide, dalla biblioteca di Celso e dalla via Arcadiana che portava al porto… Lontana dalla citta, abbarbicata su un colle verde e silenzioso, tanto da essere dimenticata per secoli, Meryem Ana ci dà la dimensione più umana della maternità di Maria sulla Chiesa: una maternità fatta di umiltà e purezza, attenta alle sfumature, alle preghiere piccole piccole, ai desideri dei semplici. Una maternità fatta casa per l’Apostolo che tornava stanco dalle sue predicazioni come per il pellegrino che qui arriva con il suo rosario e le sue preghiere.
Santa Maria, Madre della Chiesa, Vergine fatta casa, continua a prenderti cura di noi, nelle nostre piccole cose di ogni giorno.
P.S.: Un ricordo particolare in questa settimana va alle nostre sorelle che vivono in Turchia e che continuano nel silenzio e nell’operosità quotidiana la missione materna di Maria!

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Domenica 8 dicembre, Roma, Basilica di Santa Maria in Trastevere, mezzogiorno. All'ombra del magnifico mosaico che racconta la vita di Maria, in uno scintillio di oro, 12 giovani donne hanno detto Sì a Dio, sui passi di Madre Antonia. Per sempre. Sr. Ibis, dall'Argentina, sr. Carmen dal Messico, sr. Carolyne, sr. Irene, sr. Lucy e sr. Winifridah dal Kenya, sr. Albina, sr. Angelina, sr. Anna, sr. Helena, sr. Jane, sr. Stella dal Tanzania. A seguito l'omelia di S.E. Mons. Vincenzo Paglia, che ha spiegato, lasciandosi guidare anche dalla bellezza dei mosaici della Basilica, la connessione tra il sì di Maria ed il sì di queste giovani donne che desiderano continuarne l'opera.

"Care sorelle e cari fratelli, soprattutto voi, che avete risposto alla chiamata del Signore e vi presentate davanti a Dio. Lasciate che vi dica l’amicizia antica che mi lega al vostro Istituto partendo proprio da questa Basilica, dove, negli anni ’70 con le suore di Ivrea e di Santa Rufina abbiamo conosciuto rinnovamenti importanti.
Questa Basilica, in qualche modo, vi aiuta a capire il mistero che stiamo vivendo anzi mi verrebbe da dire che la vostra vita spirituale deve in qualche modo accordarsi con questa Basilica che è una delle più belle di Roma. In Tanzania, Kenya ci sono chiese bellissime, ma come quella di Santa Maria in Trastevere è difficile trovarne. Quello che noi abbiamo ascoltato dalle Scritture e che, in qualche modo, oggi voi celebrate, è descritto splendidamente in questo mosaico. Milioni di persone l’hanno visto, milioni. Sono otto secoli che questo mosaico guarda ed è guardato, è la storia di una donna, è la vostra storia, è la storia di una ragazza che oggi diremmo del Kenya, della Tanzania, del Messico, dell’Argentina… lei fu chiamata, lo vediamo nel primo riquadro in basso sulla vostra sinistra, dove c’è la sua nascita, potremmo dire la festa di oggi, l’Immacolata Concezione, poi nel quadro successivo c’è il Vangelo di questo giorno, il Vangelo dell’Annunciazione dove si parla di questa ragazza e di suo Figlio che dovrà salvare il mondo e lei, piccola donna di un paese lontano, viene resa partecipe di questo sogno incredibile, il sogno stesso di Dio.
Voi non venite qui semplicemente e fare il rito di professione perpetua, voi oggi, in qualche modo venite assunte da Dio come lo fu quella ragazza per essere partecipi del suo grande disegno, che arriva fino a quel Figlio che siederà sul trono. Infatti la vicenda di Maria si snoda lungo la fascia bassa del mosaico e dopo la sua morte vediamo Gesù in trono, Re dell’universo con accanto quella stessa donna. Pietro sta fuori dal trono, tutti gli uomini nel mosaico di Trastevere, stanno fuori dal trono, insieme a Gesù c’è solo Lei, e Lui l’abbraccia, con una licenza nella rigorosità bizantina, con una licenza di affetto, Gesù stende la sua mano destra e l’abbraccia.
Ecco questo è il mistero di oggi, che voi vivete. Avete detto “Mi hai chiamato, eccomi Signore”, anche Maria disse così: “Eccomi sono la serva del Signore” ma siete state chiamate non per una vostra vita di perfezione, non per raggiungere un ideale di santità personale, siete state chiamate per poter essere, assieme al Signore, operaie, figlie che devono trasformare il mondo perché raggiunga la pienezza della fraternità e della salvezza. Noi tutti, anche chi non sceglie la vita religiosa, noi tutti cristiani, dobbiamo vivere non per noi stessi, ma per accogliere il sogno di Dio e trasformare questa nostra società triste, tristissima tante volte, che crea disuguaglianze spaventose, che lascia morire la gente, i bambini. Noi siamo chiamati a trasformare questa nostra società in una famiglia santa di Dio.
Quando la vostra Fondatrice volle iniziare erano pochissime le sue figlie, insieme camminavano per le vie del mondo comunicando il Vangelo, facendo apprendere ai bambini a leggere e scrivere, stavano accanto ai malati realizzando esattamente il sogno di Dio, come Maria. La Fondatrice e le prime sorelle hanno fatto entrare questo mosaico nella realtà della storia umana; qui è dipinto, a voi e a tutti noi è affidato, ora è messo nelle nostre mani. Permettetemi un piccolo commento al brano della Genesi dove c’è un’affermazione, che io credo sia importante comprendere, tutti noi sappiamo i problemi e il dramma del peccato originale, c’è un’affermazione che in Maria sarà piena ma in Eva è già iniziata. Dopo il peccato Dio non abbandona l’uomo e la donna, quello no, come leggiamo la cacciata dal paradiso la fa l’angelo non la fa Dio, anzi quando lei sta uscendo insieme ad Adamo Dio si preoccupa di farle un vestito perché non senta il freddo e non li maledice. Abbiamo ascoltato che Dio maledice il serpente e dice al serpente che porrà un’inimicizia radicale tra lui e la Donna e la Donna col Figlio gli schiaccerà il capo, è questo il senso della missione: lottare contro il male, lottare contro tutto ciò che degrada questo mondo, lottare contro ogni discriminazione, lottare contro ogni ingiustizia e le donne hanno in questo un compito particolarissimo. Dio non lo dice ad Adamo, lo dice riferito alla donna e alla sua stirpe, c’è un carisma proprio della donna, ci tengo a sottolinearlo, ma in genere non si dice, c’è un carisma: le donne sono chiamate a combattere il male e a dare la vita, sono chiamate a intenerire un mondo che facilmente si incrudisce, sono chiamate a proteggere i più deboli e più poveri. Quest’oggi 12 donne sono state scelte da Dio per schiacciare il capo al male che sta dilagando sul mondo.
Nella vostra professione perpetua, non siete voi che scegliete il “per sempre”, è Dio che vi sceglie perché con la sua forza condanniate il male, è Dio che oggi in modo misterioso e forte vi dona quel “per sempre” della lotta contro il male e della tenerezza per il bene che voi oggi ricevete. E noi preghiamo per voi.
Voi siete una linfa nuova per la vostra Congregazione. Oggi state nel mondo, avete accolto di essere partecipi del sogno di Dio sul mondo intero. Mentre i popoli sembrano dividersi, mentre ciascuno sembra tessere solo il quadro del proprio destino individuale o di gruppo o di etnia o di nazione, il Signore vi sceglie perché voi siate membra di un unico popolo composto da tante famiglie, da tanti popoli di tante culture, da tante lingue. Oggi il Signore vi sceglie perché possiate portare il Vangelo ovunque nel mondo con il carisma della vostra Congregazione. Non siete sole, sono con voi le vostre sorelle, tutte saranno qui sull’altare perché partecipano di questa missione straordinaria che il Signore vi affida e la Chiesa in terra gioisce perché voi accettate, come fece Maria, come disse anche ad Eva di operare con Lui, perché vinca il bene e sia sconfitto il male, perché vinca l’amore e sia sconfitto l’odio. È una realtà altissima.
Sono le ore 13.00, il mondo sta a pranzo e noi siamo qui, nessuno se ne accorge, tuttavia da questa nostra celebrazione sta per sgorgare un fiume di misericordia, quella di Dio attraverso di voi, per questo stiamo in festa, per questo vi siamo accanto , per questo preghiamo per voi, per questo oggi la Chiesa è in festa e lasciatemi dire sono in festa anche tutti quei piccoli, quei poveri, quei malati che vi attendono, voi forse non li conoscete ancora, ma vi stanno aspettando perché c’è un grido d’amore, una domanda d’amore che sale da tutte le terre del mondo e che quasi nessuno ascolta, Dio sì l’ascolta e chiede a voi di ascoltarlo insieme a Lui e di essere prossimo di tutti coloro che hanno bisogno. Il Signore oggi vi benedice con questa celebrazione e vi aiuta a portare il suo amore e la sua misericordia nel mondo.

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Estate: un tempo per riposare, per partire, per vedere luoghi nuovi… Ma anche un’occasione per ri-mettersi in cammino ed un’opportunità per riallacciare la comunicazione con Dio!

È quanto ti proponiamo con la proposta di un mini-pellegrinaggio, dove il mini sta per il tempo richiesto per percorrerlo, giusto un weeek-end, dal 25 al 28 luglio.

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Mercoledì, 05 Dicembre 2018 20:57

8 dicembre: il giorno del SI'

8 dicembre: Festa dell’Immacolata, giorno luminosissimo in cui la Chiesa fa memoria del SI' di Dio a Maria, l’Amata che si è fatta tutta amore accogliendo Gesù dentro di sé, rispondendo con il suo personale Sì al progetto di Dio su di lei. Il mistero dell’Immacolata Concezione di Maria, mistero di grazia e di benevolenza, ha ispirato Madre Antonia e continua ad ispirare noi tutti membri della Famiglia Verniana. In questo giorno solennissimo, “Sì” è la parola che risuona nelle nostre comunità e nei gruppi dei Laici Verniani che rinnovano le loro promesse, nella Parrocchia di Veyula, dove dieci sorelle fanno la loro Prima Professione religiosa e nella Basilica di S. Maria in Trastevere, dove sr. Angela, sr. Eliza, sr. Leticia, sr. Marcelina e sr. Stella dicono a Dio il loro Sì per sempre. 8 dicembre: Festa dell’Immacolata, festa del Sì.

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Contatti

Suore di Carità
dell'Immacolata Concezione di Ivrea

Curia Generalizia

Via della Renella, 85 - 00153 ROMA
Tel. 06 5818145 - Fax 06 5818319 
Email: scicivrea@scicivrea.it


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