Mattinata di sole sul lago (o sul mare, come quello della foto scattata qualche anno fa da Pier -l'architetto Pierangelo Brugnera, a Dar es Salaam)... Dei pescatori riassettano le reti, chiudono il lavoro di una notte, si preparano a fare ritorno a casa.. Tutto sta per finire, invece tutto inizia. Inizia una nuova vita, non più da pescatori di pesci, ma da pescatori di uomini. Una vita da spendere al servizio del Vangelo, della Parola.

Non a caso oggi la Chiesa celebra la Domenica della Parola, voluta da Papa Francesco. Una domenica per fare festa alla Parola, con la Parola. quella con la "P" maiuscola, quella che dà Speranza, Gioia, Vita! Quella che svela e rivela il lato inedito, sconosciuto, divino di tutte le cose. Quella che ti fa male perchè è una spada a doppio taglio, ma il "male" che ti arreca è come quello degli scapaccioni della mamma: un "male" che fa bene, che opera il Bene, che guarisce, come miele dolcissimo, come balsamo profumato. Quella che è lampada che guida ogni piccolo passo del cammino e che consente al giovane di conservare pura, cioè Bella la sua via...

Andrea, il Protocletos, il primo chiamato, Pietro suo fratello ed i loro amici - udita la Parola- hanno lasciato le reti. Ora solcano altri mari, pescano altri pesci, ascoltando la Parola, vivendola e annunciandola... E tu?

Buona domenica!

Erano circa le 4 del pomeriggio...una postilla che chiude il racconto dell’incontro con Gesù. Una postilla importante, però, che ferma la clessidra e rende eterno un giorno e lo fa uscire dal calendario, impedendogli di voltare pagina.
Erano circa le 4 del pomeriggio… l’ora del thè, della pausa; l’ora in cui si inizia a pensare a chiudere il lavoro, a fare ritorno a casa. L’ora in cui le cose di solito finiscono. Mentre qui iniziano. Inizia il tempo del mettersi in cammino dietro al Maestro, del rimanere con Lui. Il tempo del silenzio, dell’ascolto, dello stupore e della gioia.
Erano circa le 4 del pomeriggio…E oggi, che ore sono?

Inizia oggi ufficialmente a Ojo de Agua, Tulumba, la missione "Cuidar la vida, sembrar esperansa" della Famiglia Verniana Argentina.

   (continuazione dell'articolo pubblicato nella rubrica Magistero - SCIC n. 1/gennaio-febbraio 2021)

il rapporto tra casa comune e cittadini del pianeta necessita nuovi criteri, in quanto la famiglia umana non usufruisce allo stesso modo dell’ambiente che fornisce le risorse a sostegno di pochi, mentre la maggior parte degli abitanti vive nell’indigenza.

A tutti e a ciascuno i nostri migliori auguri per un Santo Natale ed un Felice Anno di Grazia 2021!

(continuazione dell'articolo pubblicato nella rubrica Diario - SCIC n. 4/dicembre 2020) 

Naturalmente, tutto questo influisce anche sull’andamento della nostra scuola per la quale ogni mese la comunità deve far fronte alle diverse spese: salari degli insegnanti e del personale scolastico, utenze, manutenzione ordinaria e tasse. Essendo la nostra una scuola semi-gratuita, le rette mensili degli alunni sono minime e a causa della chiusura per la pandemia, negli ultimi mesi non abbiamo registrato nessuna entrata e il governo da cinque anni non paga il sostentamento dovuto. Inoltre, da sempre, la comunità si fa carico degli studenti di famiglie bisognose dispensando dal pagamento delle rette e condividendo con loro ciò che abbiamo. La comunità conduce una vita semplice e frugale, solidale con chiunque bussa alla nostra porta.

Lo scorso mese di novembre abbiamo costituito una commissione di esperti con l’obiettivo di ricercare soluzioni e strategie di azione per affrontare la crisi immediata, rispondere tempestivamente all'emergenza finanziaria e lavorare per una stabilità economica della scuola.

Nonostante lo stato economico di deficit abbiamo deciso di assicurare ai nostri insegnanti e personale scolastico il salario per non incrementare il ciclo di povertà generato dai tagli sugli stipendi e dalla disoccupazione.

Le prospettive per il futuro sono drastiche, ma come comunità abbiamo scelto di far fronte a questa situazione con la stessa tenacia che ci ha trasmesso la nostra Fondatrice, la beata Antonia Maria Verna, che in tempi duri e difficili, non ha ceduto, ma si è rimboccata le maniche e sporcata le mani lavorando assiduamente, ricercando soluzioni adeguate e confidando nella Divina Provvidenza.

Siamo una piccola comunità con risorse umane ed economiche limitate, ma non per questo ci rassegniamo e arrendiamo di fronte alle sfide, e tantomeno rimaniamo inermi a guardare. Preghiamo per la nostra gente e, nello stesso tempo, ci adoperiamo per rispondere concretamente ai loro bisogni. Per questo motivo, in collaborazione con i Laici Verniani e altri laici impegnati che collaborano con noi, stiamo lavorando su due progetti che rispondono alle urgenze attuali del territorio:

  1. creare un centro di assistenza sanitaria e psico-spirituale gratuito a domicilio per persone anziane e ammalate che non possono permettersi di recarsi all’ospedale o di pagare per un servizio infermieristico;
  2. creare un centro di ascolto e di formazione pre e post matrimoniale per i fidanzati e le giovani coppie affinché siano aiutati a consolidarsi nei valori umani ed evangelici perché spesso la famiglia rischia di disgregarsi a causa di mutamenti sociali, difficoltà relazionali ed economiche, l’individualismo, la mondanità, etc.

Sentiamo la grande responsabilità e l’urgenza di essere una luce di speranza cristiana garantendo continuità alla nostra scuola per offrire ai bambini un'educazione basata sui principi evangelici e continuando la nostra missione tra la gente di questa regione. Siamo una comunità di periferia, ma il nostro sguardo va oltre gli orizzonti delle montagne dove viviamo. Pensiamo al futuro delle nuove generazioni e del Libano. Da parte nostra, continuiamo a lavorare nella missione di evangelizzazione affrontando le sfide attuali per sostenere quanti vivono nella precarietà, nella disperazione e nello scoraggiamento. La nostra forza viene da Cristo che desideriamo annunciare attraverso il nostro umile servizio tra i più piccoli e bisognosi come ha fatto Madre Antonia. Il contesto sociale nel quale viviamo ci stimola ad essere persone radicate nei valori umani ed evangelici: annunciamo il Vangelo attraverso gesti concreti di solidarietà e prossimità con chiunque è nel bisogno.

  La comunità di Ghebaleh, Libano

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