Il nuovo Consiglio provinciale con il Consiglio generale

E’ la terza domenica di Avvento, domenica della GIOIA ed inizio della Santa Novena di Natale! Per noi figlie di Madre Antonia, la gioia celebrata nella Liturgia è ancora più forte e viva con l’evento dell’ingresso ufficiale della Superiora Provinciale della nuova Provincia italiana Immacolata dei Miracoli. Padre Sergio, il celebrante, invita ad accogliere la Gioia del Vangelo nella nostra vita, per poi esserne testimoni. Questo messaggio è rivolto in modo tutto particolare alla nuova "squadra", chiamata a lavorare insieme nella gioia, per il bene di tutte: sr. Anna Mastropasqua, sr. Grazia Dicorato, sr. Ines Polacchini, sr. Simona Santoro, sr. Antonella Scalco, sr. Lucia Parisi.  Madre Raffaella esorta tutte le sorelle della nuova Provincia italiana a vivere la gioia, anche se il momento non è facile. Sr. Anna, invece, sulla scia del Vangelo odierno, si chiede e ci chiede: “Che cosa dobbiamo fare?” Dobbiamo fare come Giovanni: farsi da parte per fare spazio a Gesù. Noi, continua sr. Anna, siamo eredi del carisma ed abbiamo la responsabilità di trasmetterlo alle nuove generazioni, come ci esorta Papa Francesco. La Provincia italiana ora è fatta, bisogna fare “le italiane”, ossia dobbiamo noi sentirci una cosa sola e camminare insieme in spirito di comunione.

 

8 dicembre: Festa dell’Immacolata, giorno luminosissimo in cui la Chiesa fa memoria del SI' di Dio a Maria, l’Amata che si è fatta tutta amore accogliendo Gesù dentro di sé, rispondendo con il suo personale Sì al progetto di Dio su di lei. Il mistero dell’Immacolata Concezione di Maria, mistero di grazia e di benevolenza, ha ispirato Madre Antonia e continua ad ispirare noi tutti membri della Famiglia Verniana. In questo giorno solennissimo, “Sì” è la parola che risuona nelle nostre comunità e nei gruppi dei Laici Verniani che rinnovano le loro promesse, nella Parrocchia di Veyula, dove dieci sorelle fanno la loro Prima Professione religiosa e nella Basilica di S. Maria in Trastevere, dove sr. Angela, sr. Eliza, sr. Leticia, sr. Marcelina e sr. Stella dicono a Dio il loro Sì per sempre. 8 dicembre: Festa dell’Immacolata, festa del Sì.

Da un po' di tempo ormai avevo il desiderio di intraprendere un viaggio in Africa: le fotografie e i racconti di chi già ci era stato avevano fatto nascere in me una forte curiosità verso un luogo tanto lontano e diverso dalla mia realtà. E così, quando la mia amica Lucia mi ha proposto di partire insieme per un'esperienza di volontariato in Kenya, non ho avuto bisogno di pensarci più di tanto ed ho accettato.

 

 

Ci siamo rivolte alle Suore di Carità dell'Immacolata Concezione, Congregazione nata a Rivarolo e composta da varie "famiglie" sparse in tutto il mondo; la madre superiora, suor Salome, di origine keniota, ci ha aiutate ad organizzare il viaggio e ha tenuto i contatti con le sue consorelle africane.

Il 29 luglio ha avuto inizio la nostra avventura! Giunte a Rakwaro, un piccolo villaggio situato a una trentina di chilometri dal Lago Vittoria, siamo state accolte molto calorosamente dalle Ivrea Sisters (così vengono chiamate in Kenya). Siamo state ospitate da loro per le due settimane della nostra permanenza, durante le quali abbiamo preso parte alle attività quotidiane della comunità: abbiamo aiutato a sistemare e riordinare medicinali al dispensario farmaceutico, gestito, insieme all'ambulatorio, da alcune delle sorelle; siamo state alla scuola materna del villaggio; abbiamo collaborato nelle faccende domestiche, in casa e in giardino; abbiamo trascorso alcuni pomeriggi con i bambini e i ragazzi che si riuniscono nei locali della parrocchia per il catechismo e il gioco tutti insieme. Il tempo passato con i giovani e i giovanissimi di Rakwaro è stato molto divertente, perché erano davvero incuriositi da noi e dalla nostra diversità, ci osservavano e ci toccavano diffidenti e con cautela; poi, una volta rotto il ghiaccio, abbiamo giocato e riso parecchio.

Abbiamo anche avuto modo di partecipare alla messa domenicale, un po' diversa da quelle a cui siamo abituati in Italia: è infatti caratterizzata da numerosi canti molto gioiosi che vengono accompagnati da passi di danze tipiche, eseguiti dal coro stesso e da gruppi di bambini che per così dire si esibiscono nella navata centrale. Anche l'assemblea è molto coinvolta nella celebrazione, e dà il suo contributo tenendo il ritmo con le mani e "ballando" sul posto.

Non sono mancati alcuni brevi viaggi alla scoperta del territorio. Innanzi tutto abbiamo visitato altre due comunità di Ivrea sisters, presenti a Macalda e a Kadem, poco distanti da Rawkaro; anche lì ci sono scuole materne, dispensari, ambulatori e perfino un orfanotrofio per bambini da 0 a 3 anni. Siamo poi state al Lago Vittoria; abbiamo visto le cave d'oro nei pressi di Macalda; a Tabaka abbiamo assistito all'affascinante processo di lavorazione di particolari pietre chiamate "soapstones", usate per realizzare oggetti e souvenir di tutti i tipi.

I giorni che mi sono piaciuti di più, però, sono stati quelli in cui siamo andate a trovare alcune famiglie della zona. Entrando nelle loro case e nelle loro vite, abbiamo avuto il privilegio di venire a contatto con le abitudini e le usanze tipiche di questa terra. La cosa che ho apprezzato particolarmente, e che ho notato in tutti i casi, è stata l'ospitalità con cui queste persone ci hanno accolto: nonostante l'umiltà e la semplicità delle loro abitazioni (spesso capanne di fango) e delle loro condizioni di vita, siamo state trattate con gentilezza e con riguardo, anche se eravamo solamente delle straniere che accompagnavano le sisters nelle loro visite: "Asante Sana" ("Tante grazie") è la frase che ci siamo più spesso sentite rivolgere durante queste visite, senza aver noi dato nulla, ma anzi ricevendo qualcosa. 

Due settimane sono passate in fretta, e in un attimo è arrivato il momento di lasciare l'Africa e salutare coloro i quali avevano condiviso con noi un pezzo di vita. è stato difficile e doloroso andare via, poiché in Kenya ci siamo sentite benvolute, apprezzate e accolte come in una famiglia, senza dimenticare le risate e i momenti di confronto che ci sono stati con le sorelle e con gli abitanti di Rakwaro.

L'ultima tappa del nostro viaggio è stata Nairobi, dove abbiamo soggiornato due giorni prima di ripartire per l'Italia, ospitate da un'altra comunità di Ivrea Sisters. Qui abbiamo vissuto l'esperienza che mi ha segnato di più in assoluto: la visita ad uno dei tanti slums della città. La sporcizia, la polvere, le lamiere; i bambini con i vestiti sporchi e strappati che sorridevano e giocavano, nonostante tutto; le baracche misere e puzzolenti; la povertà dilagante... Tutto questo a pochi passi da grattacieli, centri commerciali e hotel di lusso.  Sono immagini che difficilmente dimenticherò; immagini che fanno male, ma portano anche a riflettere. Tante volte non sono contenta della mia vita e mi lamento di cose veramente futili e insignificanti, se paragonate alla situazione e ai problemi che abbiamo trovato nella bidonville. Le Sisters, che ci hanno accompagnato, ci hanno raccontato che si recano spesso nei sobborghi per aiutare come possono, portare conforto, offrire una preghiera e un po' di compagnia. Ho trovato davvero notevoli e sorprendenti la loro forza d'animo e il loro coraggio nell'affrontare tali disagi. 

Decisamente cambiate e con nuove consapevolezze, abbiamo fatto ritorno nelle nostre case.

Di questa esperienza mi porterò dentro molto... Il calore umano delle persone che abbiamo incontrato, le quali ci hanno fatto sentire a casa a prescindere dalla quantità di tempo trascorsa insieme; le risate e gli abbracci dei bambini con cui abbiamo giocato, cantato e scherzato; la gioia e la dedizione che le sisters mettono in tutto ciò che fanno.

Ho imparato a ridimensionare problemi e difficoltà: cercherò sicuramente di gioire un po' di più per quello che ho e di dare meno peso a ciò che mi manca.

Per questo, da parte mia consiglio molto vivamente un viaggio del genere: apre gli occhi su una realtà controversa e affascinante, fa bene al cuore e aiuta anche a migliorare il rapporto con la propria fede. 

Se ne sente parlare molto, e non vorrei cadere nel banale, ma penso di poter dire che il famoso "Mal d'Africa" esista davvero: ancora non si è andati via, e già si sente la nostalgia per quei luoghi, quelle persone, quell'atmosfera...

E dunque, arrivederci Kenya, e "Asante sana!"

                                                                                                 Virginia Vicario

 

 

 

In vista del Sinodo dei giovani che avrà luogo a Roma il prossimo ottobre, quattro di noi, sr. Elena, sr. Liziana, sr. Irene e sr. Simona, abbiamo partecipato alla 16a edizione delle giornate nazionali di formazione e spiritualità missionaria presso la Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli – Assisi dal 26 al 29 agosto. "Giovani per il Vangelo" è stato il tema che ha impegnato i partecipanti nell’ascolto in assemblea e nei lavori di gruppo come chiesa in cammino con e per i giovani. Lo slogan può indicare che i giovani annunciano il Vangelo, ma può anche suggerire che l'annuncio del Vangelo chiede di essere "giovani". In entrambi i casi, si crea una sinergia bella e creativa che rende piacevole e significativo il cristianesimo. Ecco il contributo delle partecipanti:


Suor Irene Sampieri: «Sono stati giorni ricchi di incontri, di ascolto e di contenuti…ma soprattutto di fraternità che ha fatto sentire ciascuno dei partecipanti parte di un’unica famiglia, avente lo stesso desiderio: rispondere con gioia ed entusiasmo alla vocazione missionaria! “Io ho una missione, sono una missione, vivo per qualcuno e la forza del Vangelo e dell’incontro con Cristo mi spinge a donare ciò che ho ricevuto. Ecco quanto più mi ha colpito in questo convegno al quale ho partecipato come giovane consacrata, come parte attiva della nostra Chiesa che oggi porge uno sguardo particolare a questa fascia d’età. Chi ha a cuore l’evangelizzazione di un giovane, secondo me, deve lasciarlo libero e fidarsi di lui, affidargli il Vangelo e lasciarsi stupire da ciò che Dio dirà attraverso di lui».

Suor Liziana Rodriguez: «Giovani e Vangelo ci sfidano alla bellezza della fraternità. Le giornate di convegno "Giovani per il Vangelo" sono state scandite dall'ascolto profondo sia del Vangelo sia dei giovani, i quali convergono verso una stessa direzione per vivere oggi il Regno di Dio: LA FRATERNITÁ. La sfida è grande ma anche importante per la società di oggi: trovare le condizioni di possibilità per risvegliare la bellezza del NOI-INSIEME attraverso la Parola di Gesù e vivere la nostra identità di comunione».

Suor Elena Tosi: «Esprimere in poche righe l’intensa esperienza vissuta alla 16° giornata di formazione e spiritualità missionaria, ad Assisi, e sintetizzarne i contenuti risulta alquanto riduttivo, per la professionalità e competenza dei relatori, la passione missionaria, educativa e giovanile con la quale abbiamo condiviso i contenuti, la ricchezza della Parola condivisa e fatta vita. Non si è trattato tanto di ascoltare quantità di cose nuove, ma di inserirsi in modo nuovo nella comprensione di una realtà giovanile che nasconde il suo “grido”, che cerca, che chiede, che sogna trovare “adulti che facciano gli adulti”, “adulti significativi”, che desidera un nuovo stile caratterizzato dal “camminare insieme”, che vuole abitare un “luogo” che è quello dell’incontro, dell’amicizia. Parlare di giovani infatti, lo sappiamo, non è solo parlare dei giovani, ma anche di adulti, di comunità che devono lasciarsi interpellare e coinvolgere. Ed ecco allora nuovamente ridetto il “segreto” della pastorale giovanile: stare con i giovani! Vogliamo arrivare a loro? Stiamo con loro, con questa generazione, che ha due grandi esigenze: d’amore e di libertà. Comprendiamo allora che, per questi giovani, la prossimità non è più sufficiente, occorrono proposte educative. E questo richiede un mondo adulto chiamato a risvegliare in loro l’immaginario, ad essere una minoranza qualificata che sa vivere e testimoniare la profezia della fraternità. Adulti capaci, insieme ai giovani, di riconoscere, interpretare, scegliere… capaci di aiutare i giovani a riscoprirsi protagonisti del proprio futuro senza sentirsi giudicati, che risulta poi essere l’obiettivo primario del prossimo sinodo dei giovani. Da tutto ciò si possono comprendere allora le parole chiave di questa 16° giornata: vocazione, futuro, profezia, nuovi esodi: occorre uscire! Solo nell’esperienza dell’esodo si può comprendere il nostro essere e vivere l’intimità di una relazione con un Dio che ci ama nella nostra “unicità e imperdibilità”. Solo così possiamo arrivare a riformulare la Parola nella nostra vita ed esserne testimoni autentici, essere di quegli adulti che i giovani cercano perché sanno vivere in modo autentico e vero. Generazioni a confronto per un cammino da percorrere insieme e che si fa… camminando».

Suor Simona Santoro: «Il convegno di Assisi ha ripreso la sfida di Papa Francesco che concepisce il sinodo dei giovani come l’opportunità di abbattere muri e costruire ponti anche con i Millennials. Tra i vari interventi della tavola rotonda, il salesiano don Rossano Sala, nominato dal Pontefice segretario speciale del sinodo, ha sottolineato che il giovane è quella chance che noi adulti non possiamo perdere, ogni giovane è la possibilità di camminare insieme senza più dire “noi” e “voi”, “si è fatto sempre così” o surrogati vari, tutti i giovani sono la promessa di oggi e di domani, pronti a dare generosamente il loro contributo nella realtà familiare, sociale, universitaria ed ecclesiale. Tutto ciò richiede l’impegno degli adulti attraverso una pastorale di domande vere, in modo da aiutare le nuove generazioni a conoscere se stessi e i propri desideri. Non ci sono ricette preconfezionate, ma l’esperienza di stupirsi davanti al Signore della vita che si incarna per dare la vita in abbondanza (cf. Gv 10,10), la sola risposta che può sanare l’attuale crisi antropologica».

 

Il 36° Capitolo Generale si conclude venerdì 3 agosto con la S. Messa di ringraziamento per il buon esito con cui si è svolto l'evento ecclesiale. Madre Raffaella ringrazia le 27 suore capitolari, i relatori e i facilitatori che hanno dato il loro contributo durante le varie fasi dei lavori. Inoltre, esprime gratitudine verso le suore della comunità del "Centro di spiritualità" di Val Cannuta e la segreteria del Capitolo che hanno collaborato durante questo tempo di grazia. Infine, madre Raffaella chiude il discorso dei ringraziamenti con questa esortazione: “ripigliate coraggiose le fatiche del vostro ministero di carità mostrandovi mai sempre di Lei fedeli imitatrici, instancabili seguaci” (Vallosio, n. 13). A conclusione del Capitolo, sabato 4 agosto, tutto il gruppo ha partecipato al pellegrinaggio di Assisi. Alla neo madre Raffaella e il suo Consiglio porgiamo i nostri più cari auguri per il prossimo sessennio, con l'auspicio di portare frutto nella vigna del Signore attraverso il carisma della Beata Antonia Maria Verna.

 


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