
Curia Generalizia
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Domenica 8 dicembre, Roma, Basilica di Santa Maria in Trastevere, mezzogiorno. All'ombra del magnifico mosaico che racconta la vita di Maria, in uno scintillio di oro, 12 giovani donne hanno detto Sì a Dio, sui passi di Madre Antonia. Per sempre. Sr. Ibis, dall'Argentina, sr. Carmen dal Messico, sr. Carolyne, sr. Irene, sr. Lucy e sr. Winifridah dal Kenya, sr. Albina, sr. Angelina, sr. Anna, sr. Helena, sr. Jane, sr. Stella dal Tanzania. A seguito l'omelia di S.E. Mons. Vincenzo Paglia, che ha spiegato, lasciandosi guidare anche dalla bellezza dei mosaici della Basilica, la connessione tra il sì di Maria ed il sì di queste giovani donne che desiderano continuarne l'opera.
"Care sorelle e cari fratelli, soprattutto voi, che avete risposto alla chiamata del Signore e vi presentate davanti a Dio. Lasciate che vi dica l’amicizia antica che mi lega al vostro Istituto partendo proprio da questa Basilica, dove, negli anni ’70 con le suore di Ivrea e di Santa Rufina abbiamo conosciuto rinnovamenti importanti.
Questa Basilica, in qualche modo, vi aiuta a capire il mistero che stiamo vivendo anzi mi verrebbe da dire che la vostra vita spirituale deve in qualche modo accordarsi con questa Basilica che è una delle più belle di Roma. In Tanzania, Kenya ci sono chiese bellissime, ma come quella di Santa Maria in Trastevere è difficile trovarne. Quello che noi abbiamo ascoltato dalle Scritture e che, in qualche modo, oggi voi celebrate, è descritto splendidamente in questo mosaico. Milioni di persone l’hanno visto, milioni. Sono otto secoli che questo mosaico guarda ed è guardato, è la storia di una donna, è la vostra storia, è la storia di una ragazza che oggi diremmo del Kenya, della Tanzania, del Messico, dell’Argentina… lei fu chiamata, lo vediamo nel primo riquadro in basso sulla vostra sinistra, dove c’è la sua nascita, potremmo dire la festa di oggi, l’Immacolata Concezione, poi nel quadro successivo c’è il Vangelo di questo giorno, il Vangelo dell’Annunciazione dove si parla di questa ragazza e di suo Figlio che dovrà salvare il mondo e lei, piccola donna di un paese lontano, viene resa partecipe di questo sogno incredibile, il sogno stesso di Dio.
Voi non venite qui semplicemente e fare il rito di professione perpetua, voi oggi, in qualche modo venite assunte da Dio come lo fu quella ragazza per essere partecipi del suo grande disegno, che arriva fino a quel Figlio che siederà sul trono. Infatti la vicenda di Maria si snoda lungo la fascia bassa del mosaico e dopo la sua morte vediamo Gesù in trono, Re dell’universo con accanto quella stessa donna. Pietro sta fuori dal trono, tutti gli uomini nel mosaico di Trastevere, stanno fuori dal trono, insieme a Gesù c’è solo Lei, e Lui l’abbraccia, con una licenza nella rigorosità bizantina, con una licenza di affetto, Gesù stende la sua mano destra e l’abbraccia.
Ecco questo è il mistero di oggi, che voi vivete. Avete detto “Mi hai chiamato, eccomi Signore”, anche Maria disse così: “Eccomi sono la serva del Signore” ma siete state chiamate non per una vostra vita di perfezione, non per raggiungere un ideale di santità personale, siete state chiamate per poter essere, assieme al Signore, operaie, figlie che devono trasformare il mondo perché raggiunga la pienezza della fraternità e della salvezza. Noi tutti, anche chi non sceglie la vita religiosa, noi tutti cristiani, dobbiamo vivere non per noi stessi, ma per accogliere il sogno di Dio e trasformare questa nostra società triste, tristissima tante volte, che crea disuguaglianze spaventose, che lascia morire la gente, i bambini. Noi siamo chiamati a trasformare questa nostra società in una famiglia santa di Dio.
Quando la vostra Fondatrice volle iniziare erano pochissime le sue figlie, insieme camminavano per le vie del mondo comunicando il Vangelo, facendo apprendere ai bambini a leggere e scrivere, stavano accanto ai malati realizzando esattamente il sogno di Dio, come Maria. La Fondatrice e le prime sorelle hanno fatto entrare questo mosaico nella realtà della storia umana; qui è dipinto, a voi e a tutti noi è affidato, ora è messo nelle nostre mani. Permettetemi un piccolo commento al brano della Genesi dove c’è un’affermazione, che io credo sia importante comprendere, tutti noi sappiamo i problemi e il dramma del peccato originale, c’è un’affermazione che in Maria sarà piena ma in Eva è già iniziata. Dopo il peccato Dio non abbandona l’uomo e la donna, quello no, come leggiamo la cacciata dal paradiso la fa l’angelo non la fa Dio, anzi quando lei sta uscendo insieme ad Adamo Dio si preoccupa di farle un vestito perché non senta il freddo e non li maledice. Abbiamo ascoltato che Dio maledice il serpente e dice al serpente che porrà un’inimicizia radicale tra lui e la Donna e la Donna col Figlio gli schiaccerà il capo, è questo il senso della missione: lottare contro il male, lottare contro tutto ciò che degrada questo mondo, lottare contro ogni discriminazione, lottare contro ogni ingiustizia e le donne hanno in questo un compito particolarissimo. Dio non lo dice ad Adamo, lo dice riferito alla donna e alla sua stirpe, c’è un carisma proprio della donna, ci tengo a sottolinearlo, ma in genere non si dice, c’è un carisma: le donne sono chiamate a combattere il male e a dare la vita, sono chiamate a intenerire un mondo che facilmente si incrudisce, sono chiamate a proteggere i più deboli e più poveri. Quest’oggi 12 donne sono state scelte da Dio per schiacciare il capo al male che sta dilagando sul mondo.
Nella vostra professione perpetua, non siete voi che scegliete il “per sempre”, è Dio che vi sceglie perché con la sua forza condanniate il male, è Dio che oggi in modo misterioso e forte vi dona quel “per sempre” della lotta contro il male e della tenerezza per il bene che voi oggi ricevete. E noi preghiamo per voi.
Voi siete una linfa nuova per la vostra Congregazione. Oggi state nel mondo, avete accolto di essere partecipi del sogno di Dio sul mondo intero. Mentre i popoli sembrano dividersi, mentre ciascuno sembra tessere solo il quadro del proprio destino individuale o di gruppo o di etnia o di nazione, il Signore vi sceglie perché voi siate membra di un unico popolo composto da tante famiglie, da tanti popoli di tante culture, da tante lingue. Oggi il Signore vi sceglie perché possiate portare il Vangelo ovunque nel mondo con il carisma della vostra Congregazione. Non siete sole, sono con voi le vostre sorelle, tutte saranno qui sull’altare perché partecipano di questa missione straordinaria che il Signore vi affida e la Chiesa in terra gioisce perché voi accettate, come fece Maria, come disse anche ad Eva di operare con Lui, perché vinca il bene e sia sconfitto il male, perché vinca l’amore e sia sconfitto l’odio. È una realtà altissima.
Sono le ore 13.00, il mondo sta a pranzo e noi siamo qui, nessuno se ne accorge, tuttavia da questa nostra celebrazione sta per sgorgare un fiume di misericordia, quella di Dio attraverso di voi, per questo stiamo in festa, per questo vi siamo accanto , per questo preghiamo per voi, per questo oggi la Chiesa è in festa e lasciatemi dire sono in festa anche tutti quei piccoli, quei poveri, quei malati che vi attendono, voi forse non li conoscete ancora, ma vi stanno aspettando perché c’è un grido d’amore, una domanda d’amore che sale da tutte le terre del mondo e che quasi nessuno ascolta, Dio sì l’ascolta e chiede a voi di ascoltarlo insieme a Lui e di essere prossimo di tutti coloro che hanno bisogno. Il Signore oggi vi benedice con questa celebrazione e vi aiuta a portare il suo amore e la sua misericordia nel mondo.
25 dicembre, Solennità del Santo Natale...
Buon compleanno Gesù! Buon compleanno Madre Antonia!
Gesù viene sulla terra e Madre Antonia parte per il cielo... E parte in un giorno a lei molto caro, il giorno in cui il Cielo si fa terra, il Verbo si fa carne, Dio si fa uomo... Il giorno in cui gli opposti si incontrano: grandezza ed umiltà, ricchezza e povertà, onnipotenza e piccolezza. Le porte del Paradiso si aprono per fare scendere Gesù e lei vi entra di soppiatto, nel silenzio che ha sempre caratterizzato la sua vita. Al mattino le campane di Rivarolo echeggiavano di un canto nuovo: il suono del Gloria si impastava del suono del dolore.... perchè "gioia e dolore hanno il confine incerto", come cantava il Poeta.
Che bello che la nostra Madre ci abbia lasciate proprio in questo giorno, il giorno dell'Emmanuele, il Dio con noi: andarsene il giorno di Natale, vuol dire rimanere. Significa: andate voi adesso! Io sarò sempre con voi, come il Bambino di Betlemme rimane sempre con l'uomo di ogni luogo e tempo. Coraggio, allora! Ripigliamo il cammino, il nostro ministero di carità, "mostrandoci sempre di lei fedeli imitatrici, instancabili seguaci!
Buon compleanno Gesù! Buon compleanno Madre Antonia!
Udite! Udite! Udite! Dal 27 al 30 dicembre....un quasi fine d'anno alternativo...riflettendo, pregando, condividendo, VIVENDO la missione! Dove? A S. Stefano Arno (Varese). Chi? Il gruppo di Giovani e Missione, giovani (e qualche meno giovane) missionari nel cuore e non solo in quello, che vivono la missione in Italia e all'estero, che si preparano ad un'estate che parte, senza però restare d'inverno. Vuoi saperne di più su questo cammino? Contattaci!
Dal 9 al 15 dicembre 2019, si è incontrata a Roma l’Equipe generale di Pastorale giovanile vocazionale, costituita da alcune sorelle rappresentanti delle diverse realtà della Congregazione: la Vicaria generale sr. Palma Porro, la Consigliera generale per la pastorale giovanile vocazionale sr. Maria Mori, sr. Mariela Zapata in rappresentanza della Provincia Nuestra Senora de Lujan, sr. Leokadia Joseph per la Provincia San Michele Arcangelo, sr. Simona Santoro per la Provincia Immacolata dei Miracoli, sr. Liziana Rodriguez per le comunità del Messico e dell’America, sr. Therezia Fredrick per le comunità di Israele e del Medio Oriente, sr. Elena Tosi per i cammini missionari giovanili e per la Famiglia verniana e sr. Irene Sampieri per la realtà della pastorale universitaria ma anche come rappresentante delle juniores. Ogni sorella si era preparata a questo incontro riflettendo sul carisma di Madre Antonia e sulla sua valenza vocazionale, soprattutto in riferimento all’esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit. Ognuna ha anche presentato una panoramica del mondo giovanile del proprio contesto, mostrando anche le varie iniziative in campo di pastorale giovanile vocazionale che si portano avanti nelle diverse realtà della Congregazione.
Oltre alla condivisione delle varie riflessioni ed esperienze, il lavoro è stato arricchito anche dall’intervento iniziale di Madre Raffaella e dal contributo di un esperto, il dott. Fabrizio Carletti.
Madre Raffaella ha ripreso ed approfondito – ripercorrendo anche un intervento di papa Francesco e lasciandosi aiutare dal progetto di Formazione e dalla Regola di Vita 297-299 - il paragrafo sulle “Nuove Vocazioni” degli Atti del capitolo generale 2018, in cui si dice chiaramente che l’attenzione alla pastorale giovanile vocazionale è un tratto importante della nostra identità carismatica. Madre Antonia, nella IV Regola del 1823, ci ha lasciato in eredità qualcosa di importante che aveva nel cuore: “aver cura speciale per tutte le figlie”. Questa IV Regola ci dice come fare pastorale vocazionale con il “timbro” e lo stile di Madre Antonia: accompagnando e custodendo il mistero di ogni persona; con gratuità; in una prospettiva di universalità; con una attenzione particolare alla donna ed al genio femminile.
Fabrizio Carletti, formatore ed esperto in area pastorale e psico-pedagogica, ci ha aiutate a riflettere sul nostro progettare, partendo da alcune considerazioni di papa Francesco, prima di tutto dal fatto che “non siamo in un’epoca di cambiamenti ma in un cambiamento d’epoca”. Essere in un cambiamento d’epoca comporta che le nostre mappe concettuali, il nostro equipaggiamento di parole, gesti, segni, stili… non funziona più. In questo contesto, allora, non si tratta tanto di cambiare programma, di fare iniziative nuove, quanto di cambiare paradigma e di fare nuove tutte le cose! Più che fare progetti siamo chiamati a “lanciare processi” e ad avere una visione ampia in cui “il tempo è superiore allo spazio”. Il processo ha tempi lunghi ed è un cammino orientato da un sogno, da una visione che dice dove vado e perché ci voglio andare. Dal sogno emergono dei criteri, che sono gli elementi del processo che voglio innestare (sono il come del processo) e che aiutano a fare discernimento e a verificare le prassi da iniziare (il “che cosa fare”).
Mettendo a fuoco e a frutto tutta questa ricchezza, abbiamo condiviso un sogno, una visione, che orienterà il cammino di pastorale giovanile vocazionale che ci sta davanti nei prossimi anni. Abbiamo individuato alcuni criteri “verniani” che desideriamo siano presenti nel nostro operare ed infine abbiamo individuato alcune prassi che ci proponiamo di attuare non da sole ma come Famiglia Verniana. Proprio per sottolineare l'aspetto del cammino che continua, ci siamo anche messe concretamente in cammino, raggiungendo Greccio, il luogo in cui Francesco -nel 1223- allestì il primo presepe. A Greccio abbiamo sostato in preghiera nella grotta del primo presepe, contemplando il Mistero di un DIo che si fa piccolo: piccolo come un bambino e come un pezzo di Pane. Nella santa grotta ci siamo anche sentite vicine a Madre Antonia, che aveva un tenero amore per Gesù Bambino e lì ognuna di noi si è impegnata a dire in novità di vita al Signore che ci chiama ancora a servire i giovani: ognuna di noi ha accolto il Bambino, per accogliere ed accompagnare tutti i piccoli che cercano la loro strada.
Seconda stella a destra...Coraggio! Mettiamoci in cammino!
Nella Basilica di Santa Sofia, ad Istanbul, si può ancora ammirare un bellissimo mosaico rappresentante il Cristo Pantocreatore, Gesù Re dell'Universo nell'atto di benedire il mondo creato in Lui e per Lui. Anche l'invasione di Maometto Io, che trasformó l'antica Basilica in moschea, non ha potuto cancellare quel volto e quella mano che ancora oggi si leva a benedire il mondo. Gesù ė il Re dell'Universo, il Re dei Re che si ė fatto servo per amore e che bussa mendicante alle porte del cuore di ogni uomo... Toc...Toc... vuoi farmi entrare? Vuoi che io sia il tuo Re?
La domenica di Cristo Re ci invita a rispondere a questa domanda, ci sprona a decidere chi vogliamo che sia il nostro Re, uscendo dall'illusione che sia possibile "governarci" da soli. La mano del vero Re, che ha come trono la Croce, continua comunque ad alzarsi nell'atto di benedire il mondo. Per Lui non esiste la possibilità di porre un pollice verso, come facevano gli Imperatori romani quando volevano condannare qualcuno a morte. La mano di Gesù ė sempre benedicente, perché Lui ė il Re che ama e che serve.
Re dei Re, chiamaci ancora al tuo servizio!
Quella missionaria non è una vocazione, bensì è LA vocazione… È il sentirsi guardati, amati, chiamati, mandati: amati da Dio, mandati al mondo per testimoniare quello sguardo che un giorno ti si è posato addosso. Se questo è chiaro, allora diventa tutto estremamente semplice e si capisce che, solo per il fatto di essere di Cristo – cioè battezzati- si è missionari, cioè si mandati a vivere annunciando e annunciando vivendo Cristo, in qualsiasi paese, lavoro, famiglia… Si tratta di “raccontare” l’amore, la gioia, la luce… che non si raccontano a parole, ma con la vita, che si diffondono, che premono per traboccare, per uscire da te e raggiungere gli altri.
È come quando ti innamori: non puoi fare a meno di pensare a lui o a lei, né tanto meno puoi tacere al mondo quel che di bello è capitato nella tua vita. Allora ogni chiamato è missionario: in Italia o in Afrika, in parrocchia o in clausura, al lavoro, a scuola o in famiglia questo è relativo.
Se il missionario che prende l’aereo per l’Afrika è colui che va, nessuno che si professi cristiano è chiamato a restare!!! Forse è proprio per questo che Gesù ancora vuole dei missionari in partenza per le più svariate destinazioni del mondo: perché quelle valigie e quei biglietti aerei sono un pungolo per chi fisicamente non parte: perché richiamano la verità che il Vangelo, sempre e comunque, ti dice: VA’, VA’, VA’.
Oggi è l’ultimo giorno del Mese Missionario Straordinario, fortemente voluto da Papa Francesco per rinvigorire la vocazione missionaria di ogni battezzato: Battezzati ed Inviati, appunto. Noi figlie di Madre Antonia continueremo questa riflessione e questo impegno lungo tutto l’anno pastorale… Noi perdiamoci di vista! Unisciti a noi! Anche tu sei una missione!
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